DOPOSCUOLA “SAN LEONE”
Il Doposcuola “San Leone” è stato attivato in parrocchia da alcuni decenni; è un servizio della Caritas parrocchiale, il Vicario parrocchiale ne è il responsabile e i volontari che ne fanno parte ricevono un mandato dalla Comunità.
Si rivolge agli alunni / alunne della scuola media “Buzzati” del quartiere e a quelli/e delle scuole medie del territorio circostante.
È uno spazio dedicato ai ragazzi che stanno vivendo un percorso formativo essenziale e che vuole mantenere lo stile di una Comunità ecclesiale: attenzione agli ultimi, collaborazione e corresponsabilità. È un servizio non solo per i ragazzi più fragili da un punto di vista socio-economico-culturale e le cui famiglie non possono permettersi lezioni a pagamento ma anche per coloro che “vanno bene a scuola” e si ritrovano in casa soli poiché i genitori sono assenti per motivi di lavoro.
Gli operatori volontari coinvolti sono ex insegnanti o adulti motivati a seguire i ragazzi nei compiti, attenti all’ascolto, quando essi esternano le loro difficoltà scolastiche e i loro bisogni, e disponibili nel condividere, con il gruppo volontari, strategie formative.
Negli ultimi anni i volontari del doposcuola “San Leone” e quelli dello spazio studio “Sant’Ignazio”, parrocchie che condividono il Vicario parrocchiale e le stesse scuole sul territorio, si sono ritrovati per conoscersi ed iniziare una collaborazione formativa e uno scambio delle strategie di intervento per l’affiancamento dei ragazzi.
Lo spazio studio si avvale anche di un referente che mantiene rapporti costanti con gli insegnanti delle Scuole Medie di provenienza dei ragazzi.
Negli ultimi anni i volontari parrocchiali sono stati affiancati dagli studenti e studentesse della Scuola Secondaria di secondo grado dell’IIS “Maxwell”, coinvolti attraverso la stipulazione del contratto formativo di PCTO e da studenti delle superiori della Fondazione Sacro Cuore.
La maggioranza dei ragazzi sono alunni stranieri, spesso Nuovi Arrivati in Italia (NAI) che necessitano soprattutto dell’apprendimento della lingua italiana, la cui non o parziale conoscenza non li rende autonomi nello studio e nell’acquisizione degli strumenti di base per un utilizzo consapevole e finalizzato allo studio delle nuove tecnologie. La maggioranza di loro, inoltre, non possiede un computer a casa.
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